Decreto Semplificazioni e grandi opere, le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini: “Cittadini potranno discutere sulle opere”.
Intervenuto ai microfoni de il Corriere della Sera, il ministro Giovannini ha fatto il punto della situazione sul decreto Semplificazioni, che il governo ha approvato non senza difficoltà nella giornata del 28 maggio.
Giovannini sul decreto Semplificazioni: “Rappresenta una sintesi molto avanzata di istanze diverse risolte in accordo con le Regioni e con i sindacati”
Nella prima parte della sua lunga intervista al Corriere della Sera Giovannini ha parlato del confronto intenso con le Regioni e con i sindacati.
“Il decreto rappresenta una sintesi molto avanzata di istanze diverse risolte in accordo con le Regioni e con i sindacati. Nessun centralismo dello Stato. Il Pnrr verrà attuato da tanti soggetti e, visti i tempi estremamente stretti per realizzarlo, è normale che, qualora ci fosse inerzia, non solo delle Regioni o dei Comuni ma di tutte le amministrazioni coinvolte, possano scattare i poteri sostitutivi del governo. Il tutto nel pieno rispetto dell’ordinamento costituzionale“.
La realizzazione delle grandi opere
Il Ministro delle Infrastrutture ha poi parlato di un tema che interessa da vicino il suo Ministero, ossia la realizzazione delle grandi opere. Una grande sfida per l’Italia, un Paese che negli ultimi anni non si è distinto per rapidità ed efficienza per quanto riguarda la messa a terra delle opere.
“Primo, perché nel Piano abbiamo messo opere che riteniamo realizzabili in un quinquennio. Secondo, perché il decreto, per la prima volta, affronta tutte le fasi del processo, non solo l’appalto. C’è una maggiore qualità dei bandi, la velocizzazione delle procedure per la valutazione di impatto ambientale (Via), della tutela del paesaggio e della sicurezza delle opere, tutti elementi cruciali e imprescindibili. Poi si amplia il ruolo del dibattito pubblico: i cittadini potranno discutere sulle opere e presso il nostro ministero c’è una commissione che guiderà questo processo. Terzo, perché la governance sarà efficace, attivando, se necessario, poteri sostitutivi e commissariamenti. Quarto, procedure di gara più rapide e di maggiore qualità“.